Una scelta consapevole: basta TV 5

Dal 14 novembre 2009 basta TV.

Questo è stato il mio esperimento familiare da quella data, e dopo ben 1 anno e 3 mesi di astinenza posso finalmente condividere, con cognizione di causa, cosa ne scaturisce.

Una scelta anacronistica, certo, ma con notevoli effetti benefici sulla vita quotidiana, soprattutto sui bambini.

Per confrontare i fatti con le considerazioni qui esposte, un’indagine dell’Istat del 2008 relativa all’uso dei media e del cellulare in Italia svela chi è l’italiano medio di fronte alla televisione e cosa guarda (sicuramente prende i dati dall’Auditel, che ad oggi, sembra l’unico strumento possibile di misurazione).

Il primo vantaggio immediato è che si ottiene del tempo in più, ogni giorno, per fare qualunque cosa non sia rimanere passivi davanti ad uno schermo. Considerazione scontata forse ma sottovalutata se si legge a pagina 17 dell’indagine Istat:

“Solo il 2 per cento delle persone che guardano la tv la guardano per meno di un’ora al giorno. L’11,8 per cento dedica alla televisione tra una e due ore, il 26,1 per cento tra le 2 e le 3 ore al giorno e il 19,3 per cento tra le tre e le quattro ore al giorno. Infine, il 10,4 per cento guarda la tv tra le 4 e le 5 ore e il 12,1 per cento dichiara di vedere la televisione cinque ore e più al giorno. Quantificare il tempo trascorso davanti alla tv è comunque abbastanza difficile e, infatti, il 17,5 per cento degli intervistati dichiara di non saperlo fare.”

Detto questo forse risulterà chiaro che stiamo parlando di milioni di persone che impiegano il loro tempo in questa attività per molte ore al giorno. Solo quel 2% incontra il mio modo di intendere la televisione.

Il tempo guadagnato si può investire in tantissimi modi, anche guardando la televisione stessa, ma iper selezionata:

1) Quella che decidi tu con telefilm, film, documentari, cartoni animati, concerti, ecc. acquistati da te o su internet

2) Solo alcune trasmissioni specifiche. Nel mio caso mi ero limitato (prima del 14 novembre 2009) a Report, Le Iene, Zelig, Superquark, Ulisse, Rai Storia, Striscia la Notizia e pochi altri… che più o meno, sommati, fanno quell’ora al giorno del 2% degli italiani.

Senza televisione, durante i pasti, il dialogo diventa centrale e meno superficiale, perché non interrotto continuamente dalla scatola ammutolitrice. E voglio fare subito una considerazione riguardo i telegiornali che non vedreste più: la maggior parte di essi e per la maggior parte del notiziario, dà informazioni che per noi non sono di alcun interesse, le dimentichiamo già 10 minuti dopo averle viste. Quelle che sono selezionate per l’edizione, sono principalmente sensazionalistiche, frasette di politicanti e partiti, e cronaca nera; nel resto del TG, per una piccola porzione del tempo totale dell’edizione, si parla di sport, estero, ecc. In buona sostanza si tratta di sensazionalismo e superficialità, poi scopri che è morto un premio Nobel da un trafiletto di Metro qualche giorno dopo! Bella selezione vero? Dove si fa giornalismo vero è nelle rubriche di approfondimento come, ad esempio, “In mezz’ora” di Lucia Annunziata e “Report” di Milena Gabanelli, solo per citarne un paio.

Per risolvere la questione dell’informazione con l’assenza della TV si può ricorrere a tante altre fonti, anche più valide. Il fatto non di non vedere sempre un video o ascoltare qualcuno che vi narra le notizie non deve essere un ostacolo insormontabile: confermerebbe soltanto che siete degli individui dipendenti da quel modo di comunicare tipico dei TG. Alcuni esempi alternativi? I notiziari radio (ad esempio mentre si sbrigano faccende domestiche, si è in un mezzo di trasporto proprio o pubblico), i giornali su internet, le agenzie stampa su internet, i classici giornali di carta che, pur avendo parte dei difetti dei TG, non hanno quello della mancanza di approfondimento, almeno non completamente. Inoltre sempre utilizzando internet, si potranno leggere i giornali esteri e anche cosa dicono dell’Italia all’estero in questo interessante sito.

Prima del mio auto-black-out alla TV passavo circa 1 ora e mezzo al giorno nelle sue braccia. Da quando non c’è più ho guadagnato ben 560 ore di tempo libero equivalenti a circa 35 giorni di ferie (di 16 ore ciascuno). Più di un mese extra all’anno per fare quello che mi pare! Buona parte di questo tempo è stato dirottato su internet, il resto si è trasformato in più ore di sonno, più tempo dedicato alla famiglia, più tempo dedicato agli hobby e agli amici e più tempo dedicato ad un’attenta valutazione degli acquisti. Vi pare poco? Non vi lamentate che non avete tempo di fare nulla al giorno d’oggi… chi non guarda almeno 1 ora e mezzo al giorno di TV? (vedi dati Istat sopra). C’è sempre spazio per il migliorare la gestione del proprio tempo.

La pubblicità è solo un brutto ricordo! E non mi manca certo di sapere qual’è l’ultimo spray per i capelli uscito sul mercato o quale auto stia per uscire sul mercato… Quattroruote non lo compra più nessuno? C’è anche la versione on-line… tanto per dirne una. Ci sono migliaia di modi per trovare quello che ci è necessario da “consumatori”, però informati!

Un’effetto che non viene sovente in mente è il sollievo da “ventola spenta”: quante volte, ad esempio in cucina, si accende la cappa aspirante durante la cottura, e, quando si spegne, si ha un senso immediato di sollievo dal fastidio causato dal rumore costante delle ventole?
Con la televisione è lo stesso. Nel momento in cui la spegni, ti rendi conto che era principalmente un rumore fastidioso, come la ventola appunto, e dà un senso di sollievo altrettanto appagante. Un altro esempio tipico di questo rumore di fondo che ci fa innervosire (anche inconsciamente) è quando si passa da una zona ad alta frequentazione (come il centro trafficato di una città), all’interno di una chiesa, alla propria casa in un quartiere residenziale tranquillo o semplicemente si entra nella propria auto con tutti i finestrini chiusi.

Alcuni, provando a spegnere la televisione forzatamente o a non accenderla proprio durante i pasti, provano un senso di vuoto, anche essendo in compagnia di altre persone (mi è capitato di osservarlo più di una volta). Questo è il segno tangibile dell’assuefazione che abbiamo raggiunto e di quanto questo media sia entrato nelle nostre vite. Questi individui dovrebbero considerare seriamente questo loro stato d’animo, soffermarsi sulla questione, e riconsiderare le proprie abitudini verso tale oggetto.

Non cito neanche le innumerevoli pubblicazioni sulla dannosità del guardare troppo la TV perché basta fare un veloce giro su internet per trovarne di ogni tipo e da ogni paese.

I bambini senza TV, o quantomeno, senza telecomando, sono più spensierati e meno condizionati. Non preoccupatevi che Winx, Gormiti e supereroi saranno sempre parte dei loro discorsi perché dagli amici, a scuola e dai cugini non si parla d’altro. E’ più che sufficiente per quanto mi riguarda a fargli il lavaggio del cervello. Senza TV, quantomeno senza ricezione delle emittenti, sarete voi a decidere cosa fargli vedere e quando con DVD, YouTube, ecc.

Quello che toglie il broadcasting della TV pubblica è la nostra libertà di scelta e selezione. O forse è meglio dire che ci da l’illusione di avere la libertà di scegliere tra quei pochi programmi trasmessi in un dato momento. Non cascateci. Non pensate di cambiare la questione comprando Mediaset Premium o Sky, perché, a fronte di un miglioramento dei contenuti, il principio di fondo dell’uso della TV è lo stesso, ossia va guardata con moderazione: avere più contenuti interessanti non fa che aumentare il rischio che passiate più tempo davanti alla TV che è, e rimane, uno strumento NON interattivo e che non lascia spazio alla fantasia e alla socialità.

In difesa della TV posso dire che non tutti i contenuti sono da cestinare e che in alcuni (pochi) casi, la televisione assolve bene al suo compito di informare ed intrattenere. Ad esempio, se si è soli e si sbrigano alcune faccende domestiche quali ad esempio cucinare, lavare stoviglie o stirare, oppure a colazione mentre si è soli, la televisione è un ottimo mezzo di intrattenimento per vincere quel senso di solitudine e far passare meglio il tempo mentre si fanno faccende che di solito si vorrebbero demandare a qualcun’altro.

E’ pur vero che ormai su internet si trovano centinaia di contenuti audio/video di buona qualità sui temi più disparati che noi possiamo selezionare e scegliere liberamente, oltre che gratuitamente. Un buon esempio è TED, una televisione interattiva di contenuti ad alto valore sociale, scientifico e culturale. Un’altro modo questo per dire che la TV, anche in questo caso, può essere tranquillamente sostituita da questi nuovi media.

Io NON giustifico in generale la televisione come mezzo principale di intrattenimento per chi è in compagnia e per chi, essendo invece solo, non è impegnato in attività di routine, a meno che non venga trasmesso il suo programma preferito.

Condivido che chi è stanco può appellarsi alla televisione come momento di relax, basta che non cada in tentazione e si ingurgiti qualche boiata che trasmettono in quel momento! Se non c’è nulla di interessante la televisione VA SPENTA, questo è il gesto che bisogna aver coraggio di fare. Meglio un film in DVD, un filmato da internet, un buon libro, una buona musica o altre attività poco impegnative e rilassanti.

Rimando alla lettura di questi altri interessanti articoli riguardo all’esclusione totale (o quasi) della TV dalla quotidianità:

Il cambiamento della percezione della realtà e gli stati d’animo http://www.riflessioni.it/dal_web/senza_tv.htm

e ulteriori considerazioni dello stesso personaggio, a 10 anni di distanza http://www.wolfstep.cc/2010/11/dieci-anni-senza.html

Due storie di famiglie e tanti commenti http://parma.repubblica.it/dettaglio/famiglie-contro/1630440

Altre testimonianze interessanti http://genitoricrescono.com/vivere-senza-tv/ http://www.lavalledelleco.net/t226-vivere-senza-tv

Ma su internet ce ne sono tante altre, basta cercarle e si scopre che a fare questa scelta non si è proprio in quattro gatti…

5 thoughts on “Una scelta consapevole: basta TV

  1. Reply Gabriele Feb 11,2011 09:56

    Appoggio in pieno.

  2. Reply LaCosta Apr 12,2011 09:53

    E’ un interessante approccio filosofico, peccato che al test di ammissione di cultura generale per l’ammissione a corsi universitari, come scienze dell’informazione o sociologia, si chieda anche chi ha vinto l’ultima edizione del Grande Fratello 😉

  3. Reply LaCosta Apr 12,2011 09:54

    Mi scuso per la ripetizione di “ammissione” 😀

  4. Reply creator Apr 12,2011 10:02

    Forse volevi dire “scienze della comunicazione” o sociologia…
    Non credo che ad un informatico sia utile sapere chi ha vinto l’ultima edizione del Grande Fratello.
    Comunque chi sceglie quelle facoltà *DEVE* guardare la televisione visto che è un fenomeno sociologico e di comunicazione. Spero solo che queste domande non finiscano in eventuali test di ammissione di altre facoltà come lettere, matematica, filosofia, medicina, ecc.. altrimenti sarebbe il segno tangibile che l’università italiana è veramente scaduta.

  5. Reply Kronos Apr 18,2011 11:27

    Aggiungo una piccola considerazione personale sulla scelta dei programmi.
    Dopo anni di assenza di TV (sisi, anni…), ho invece deciso di abbonarmi a Sky, per poter vedere le trasmissioni che mi interessano.
    Ci sono una miriade di canali interessanti e parecchie trasmissioni degne di nota, purtroppo, aihmé, pur pagando un canone di abbonamento la pubblicità martorizza la visione in modo costante. Più o meno ogni 15-20 minuti ci sono quasi 5 minuti di spot vari.
    A quanto pare è proprio impossibile sfuggire ai ripetuti tentativi di lavaggio del cervello che il mondo consumistico ci propina.

    Inoltre, molte trasmissioni (documentari inclusi) hanno spesso un taglio sensazionalistico e un po’ superficiale che mi ha un po’ deluso.
    Comunque, posso dirmi generalmente soddisfatto delle possibilità.

    Per chi ha poi velleità di studio socio-culturale, ci sono delle trasmissioni che mi hanno lasciato a bocca aperta per la loro inutilità. Potenzialmente peggio del Grande Fratello, tipo lo shopping delle sorelle Kardashian… oO

    Da una parte però, è affascinante osservare questa immensa diversità. La quantità di informazioni che viaggiano, a proposito delle cose più assurde dimostra che l’Era dell’Informazione è in pieno sviluppo e che la differenza tra reale e immaginario (o virtuale) si sta piano piano assottigliando.

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