Una apparente varietà di giocattoli

Una sensazione…

Entrando in un grande negozio come Toys’R Us o altri grandi catene del gioco, di solito, si ha la sensazione di avere un’immensa scelta come quantità o varietà e che sicuramente si uscirà dal negozio con un giocattolo che soddisferà completamente i propri gusti o quelli del bambino a cui lo stiamo comprando.
Eppure, guardando bene, nonostante la grande quantità di giocattoli ammassati sugli scaffali, a volte risulta difficoltoso trovare un giocattolo adatto od originale. Sono abbastanza sicuro che è capitato anche a voi, almeno una volta.

Vi siete mai chiesti il motivo, nonostante i suddetti presupposti?

Io si, tante volte, e mi sono sforzato di capire dove fosse il problema: se c’era qualcosa di sbagliato in me (troppo pretenzioso?) oppure nell’assortimento del negozio. A prima vista può sembrare una considerazione esagerata, ma se avrete pazienza nel seguirmi in quest’analisi, vi spiegherò perché non lo è, almeno per il mio modo di vedere e concepire un gioco e il giocare.

All’inizio ho provato a cambiare negozio, sono andato da altri grandi negozianti, poi dai più piccoli, ho valutato ciò che era disponibile nei grandi supermercati (nel reparto giocattoli)… ma la mia “insoddisfazione” cambiava di poco. Sperimentavo spesso sensazioni come visto e rivisto, banale, scadente, … poi, successivamente, ho cominciato a capire che non era solo una sensazione ma una deludente realtà e ho iniziato a pensare veramente di essere io ad essere troppo esigente o sovversivo… poi, grazie ad internet, ho capito, per fortuna, che non ero io!

Ma cosa c’è veramente dal giocattolaio?

Prima di spiegarvelo, di seguito vi elenco macroscopicamente ciò che è esposto negli scaffali dei negozi che tutti conosciamo, in nessun ordine particolare, ma con alcune brevi considerazioni. A prima vista sembrano tante categorie di giochi, molto diverse tra loro, dove, ognuna di esse, nasconde all’interno altrettanta varietà, ma a guardare da vicino, non è proprio così…

  1. Bambole ed accessori (carrozzine, biberon, mobilio, casette, ecc.)
    Se guardate bene le bambole sono tutte simili: cosa distingue veramente una bambola dall’altra?
    A parte la dimensione, l’aspetto, il vestito e le “funzioni” (per quelle interattive), in un grande negozio, solitamente, cambia la marca, il prezzo e poco altro. A parte le solite blasonate bambole classiche, ci sono veramente poche differenze. Eppure questi reparti sono zeppi di bambole: d’altronde i giochi per bambine, secondo l’immaginario comune (mica tanto immaginario), si concentrano prevalentemente in questo reparto. L’associazione bambina-bambola è quasi automatica.
  2. Peluche
    Decine e decine di peluche… di tutti i tipi? No, di solito sono sempre gli stessi: cani, gatti, orsi, criceti, conigli… per la maggior parte degli scaffali e poco altro di alternativo. L’unica vera novità è l’interattività, che nei peluche di ultimissima generazione li ha resi più vicini ad animali veri. Il problema di questi è che i bambini più piccoli tenderanno a confonderli con animali veri (di cui hanno poca o nessuna esperienza) e quasi si convincono che gli animali veri possano comportarsi in quel modo.
  3. Giocare a fare i grandi (cucine, elettrodomestici, accessori, set dottore, officina, ecc.)
    Un mondo di cuochi i bambini moderni! … almeno stando a quanta roba esiste in questo senso… includendo tutti gli accessori culinari che gli orbitano intorno.
    Escludendo il mondo della cucina e i set da “officina”, rimane ben poco d’altro con cui giocare di ruolo.
  4. Giochi da esterno (casette, palloni, tricili, macchinine, racchette, ecc.)
    Ultimamente, dalla quantità di case/castelletti e scivoli che sono nei negozi, sembra che se un bambino non ha una casetta di plastica in cui rifugiarsi da mettere nel giardino (o nella sua cameretta da 30mq), un trattore o un’auto di Cars da guidare, non possa ritenersi soddisfatto. Se pensiamo poi che la maggior parte delle persone in Italia vive in un appartamento tra 50-90mq senza giardino, capisco quanto possa essere frustrante per i genitori transitare in questo reparto.
    Non dimentichiamo certo le classiche porte per il calcetto, le reti, le racchette, i birilli, le bocce e altri giochi simili, che sono tutti classici del gioco all’aperto con ben poca varietà.
  5. Giocattoli per i più piccoli (giostrine, libretti morbidi, sonaglini, palline, impilabili, ecc.)
    Plastica, plastica, plastica. Sembra che i bambini del ventesimo secolo, già appena nati, non abbiano scampo a questo materiale che, da subito, costituirà ciò che avranno tra le mani (ma sopratutto in bocca) nel 90% dei casi. Centinaia di oggetti… tutti simili! E… tutti di plastica, ovviamente.
  6. Strumenti musicali
    Il più delle volte producono dei suoni orrendi o sono difficili da suonare (fisarmoniche che richiedono la potenza di un soffio stile “Lupo dei tre porcellini” oppure sintetizzatori cinesi da 4 soldi). I bambini spesso vengono abbandonati a se stessi con questi giochi perché i genitori, solitamente, non sono in grado di suonare due note in fila con un qualunque strumento. Le tastiere musicali sono gli oggetti più diffusi, e sono tutte simili. Spesso, anche la più costosa, è, comunque, mediocre.
    Di questi articoli la varietà è, al contrario, poca, e invece potrebbe essere notevole! Nella realtà esistono tanti strumenti musicali oltre a pianoforte, xilofono, flauto, chitarra, fisarmonica e batteria… potrebbero proporli invece di ammassare varianti dubbie degli stessi quattro strumenti.
  7. Giochi scientifici
    Qui ci troviamo di fronte ad un genere, che, per fortuna, è abbastanza vario, ma ahimé ristretto a genitori veramente attenti. I giochi scientifici, se non “giocati” con adulti preparati o bambini di età adatta, rischiano di trasformarsi in un vero incubo ludico: “attento che lo rompi”, “questo non lo toccare”, “così sporchi tutto”, “se fai così non va bene”, “questo è troppo difficile lo faccio io”, “DEVI leggere le istruzioni!”, ecc. sono tutte situazioni tipo in cui il bambino si innervosisce e l’adulto si spazientisce. Ecco che il gioco intelligente, interessante e “scientifico”, diventa un’esperienza da dimenticare e motivo di infelicità. Non parliamo poi di quelli che sono anche potenzialmente pericolosi, ad esempio quelli che contengono sostanze chimiche.
    Tali considerazioni rendono lo scaffale dei giochi scientifici poco appetibile, tant’è che molte persone lo ignorano nel loro peregrinare nei negozi, vuoi perché non lo capiscono, vuoi perché non vogliono giocare con il bambino una volta che gliel’hanno regalato: troppo impegnativo… per loro, s’intende!
    C’è da dire anche che i giochi scientifici devono essere ben congegnati per essere appetibili ai bambini, e di solito, quelli buoni, costano molto e spesso non permettono la rigiocabilità.
  8. Minuteria per bambine (Perline, collane, braccialetti, ecc.)
    Finalmente una notevole varietà. Sempre e quasi esclusivamente di plastica, ne esistono di tutti i colori, le forme e le tipologie. Questo è uno dei pochi settori in cui ci si può sbizzarrire anche perché, volendo, si può utilizzare anche la classica bigiotteria non propriamente giocattolo.
  9. Cancelleria e materiale per disegnare, colorare e modellare
    Pennarelli, matite, gessetti, pasta da modellare (sintetica) e scalpellini/formine (di plastica) in tutte le maniere: cos’altro? Si potrebbe pensare che un bambino non abbia bisogno d’altro in questo campo… è quasi vero 🙂 Dimenticavo i vari scrittoi e lavagne più o meno (in) utili.
  10. Costruzioni (solitamente Lego)
    Questo forse è l’unico caso di un reparto “monopolista” che va bene così. Lego è in maniera indiscussa leader di tale settore e produce giocattoli senza compromessi. Non c’è bisogno di molto altro, se non della varietà delle confezioni che già è li davanti ai vostri occhi sullo scaffale. Sarebbe auspicabile meno “merchandising” di film/TV, ma il segreto, almeno per i primi acquisti, è non farsi influenzare dalle mode e preferire sempre i set generici che lasciano spazio alla fantasia.
    Sconsiglio vivamente gli altri set di costruzioni in plastica simil-Lego, perché il bambino, in genere, dopo aver provato il Lego originale, capirà la differenza.
    Di costruzioni non plastiche ne esistono di altri tipi ma non largamente diffuse. Anche i classici “cubetti di legno” spesso sono di scarsa qualità. Mi è capitato più volte di vedere dei set con pezzi non perfetti (un pò storti, sbeccati, mal colorati) che addirittura come forme non si affiancano bene perché non proporzionate!
  11. Giochi di società
    Ne ho parlato fino alla noia in questo altro post, e non mi ripeterò qui.
  12. Veicoli e piste che includono anche kit (auto/treni/lavaggi/parcheggi/…) elettrici o meno
    Le macchinine in primis (e meno spesso moto, aerei e imbarcazioni) sono i classici giochi che troviamo, in tutte le forme, colori, dimensioni e funzionalità: di plastica, metallo e meno spesso in legno. Ma sono sempre macchinine. Puoi variare quanto vuoi, ma sempre di macchinine si tratta. Dove li metto poi questi veicoli? Autolavaggi-parcheggi e piste sembrano essere l’unica possibilità di impiego da ciò che troviamo in giro per i negozi. Il treno sembra essere l’unico oggetto un pò diverso perché va composto, ma in genere sono noti e reperibili solo i classici Lima che sono di interesse per un pubblico ristretto e più adulto. Forse l’unica vera scelta è tra un veicolo passivo (da far muovere a mano) e uno attivo, ovvero dotato di capacità di movimento autonomo (teleguidato o semi-autonomo).
  13. Armi
    Tralasciando le moderne paure dei genitori ad acquistare armi giocattolo ai propri figli, anche questo è un settore povero di varietà, sintetizzabile in: pistole/fucili/mitra, spade/scudi, archi e frecce. Tutto, quasi esclusivamente, di plastica.
  14. Merchandising di film/serie TV
    Questa è una delle peggiori non-varianti. Di solito è il bambino a volere questo tipo di giochi, ma, in realtà, essi sono solo la copia di giochi classici, con disegni, forme o suoni “brandizzati”, senza alcuna novità. Un pallone di Hello Kitty è sempre un pallone. Fortunatamente anche questo genere non è tutto da buttare e, in alcuni (rari) casi, si possono trovare oggetti interessanti o unici (ad es. i Transformers o la serie Lego Star Wars).
  15. Puzzle e derivati
    Montagne di puzzle di tutti i generi ammassano gli scaffali… ma in realtà il gioco è sempre lo stesso, un puzzle. Nient’altro da aggiungere qui, è evidente l’assenza di varietà (se non per tema e numero di pezzi) in un reparto del genere. Il timido affacciarsi di puzzle 3D o di forme strane trova poco successo tra i ragazzi principalmente per la difficoltà di assemblaggio e il prezzo di solito abbastanza elevato, per un gioco, che tutto sommato, non convince o non lo vale.
  16. Videogiochi e mini-computer
    Teneteli lontani dai bambini il più possibile! A parte questo monito che sà di “divieto religioso”… anche qui, a parte i pochissimi noti quali Playstation, Wii, X-Box e Nintendo… il resto è veramente di scarsa qualità/utilità. I computer per bambini piccoli (e per bambine… ebbene si, fanno anche qui del sessismo!) sono da evitare. In ogni caso i bambini vorranno usare il computer dei genitori: è una causa persa farli giocare solo con il loro “computer”. Queste considerazioni annullano quindi completamente il reparto videogiochi e minicomputer e lo restringono ai pochi noti summenzionati, adatti solo ad un pubblico adolescente o molto precoce (ma non al di sotto dei 5 anni).
  17. Robot
    Tralasciando i fortunati Transformers che hanno dato nuova vita al mondo dei robot (per via della trasformazione, era ovvio no?), per quanti se ne abbiano, sono tutti giochi dello stesso tipo. Anche qui le differenze sono minime e riguardano dimensioni, estetica e funzionalità. Il gioco è sempre lo stesso: un robot, ovvero un personaggio.
  18. Animali contemporanei/dinosauri/mostri
    Plastica, plastica e ancora… plastica! La maggior parte degli animaletti venduti in confezioni o singolarmente è fatta di plastica dura, morbida o gommosa (rettili e/o insetti). La fattura è di solito scarsa: proporzioni sbagliate (anche tra animali dello stesso set), colori troppo distanti dalla realtà e particolari solo abbozzati.
    Anche nel comparto dinosauri troviamo i soliti T-Rex, Mammut, Velociraptor ecc. quando in realtà esistono moltissimi tipi di dinosauri diversi, anche molto interessanti.
    Sui mostri invece si vede un pò di tutto, ma alla fine, tutto sommato, sono dei personaggi/pupazzi anche quelli; genericamente si possono assimilare a personaggi di fantasia o robot “brutti”, che sostanzialmente non danno nuove possibilità di gioco ma cambiano solo il soggetto.
  19. Mini-Set giochi di ruolo (solitamente Playmobil)
    I giochi di ruolo Playmobil sono uno dei pochi casi di indiscussa qualità, a 360°. Indistruttibili, ben fatti, dettagliati, ecc. Acquistando un gioco Playmobil, difficilmente si rimane insoddisfatti. Allo stesso modo del Lego, anche qui le imitazioni sono da considerare solo in caso di budget limitato: non c’è confronto che tenga!
  20. Libri
    Vedrete sempre i soliti nomi arcinoti come Geronimo Stilton, DAMI editore, ecc. Sono prodotti di buona qualità, ma rischiano di omogeneizzare i bambini verso pochi generi di contenuti. Un libro è sempre una buona cosa e un qualunque reparto di libri in un negozio di giocattoli è da spulciare bene. La grande distribuzione non ha avuto ancora, pare, effetti nefasti in questo segmento di “giochi”.
  21. Travestimenti
    Quante volte in una festa per bambini, a carnevale, avete incontrato, contemporaneamente più Batman, Spiderman, Zorro, principesse, e via dicendo? Non aggiungo altro sulla varietà dei costumi per travestirsi…

I difetti più comuni dei giocattoli

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Generalmente, e tranne poche marche ben note, i giocattoli della grande distribuzione hanno dei difetti generali che si possono sintetizzare in:

  • Materiali: i giocattoli si rompono facilmente a causa dei materiali economici, ergo non sono fatti per durare (nei casi peggiori, neanche un giorno!) e sono per lo più in plastica (nella maggioranza dei casi, di qualità scadente); la plastica ABS (che è una delle migliori per i giocattoli) è usata solo da poche marche.
  • Assemblaggio: spesso è difficoltoso/difettoso, segno evidente di poca cura nella manifattura e/o nel design degli incastri;
  • Progetto complessivo: il gioco non è poi un granché, non ha niente di innovativo e/o ha degli evidenti difetti dal punto di vista dell’usabilità/godibilità da parte di un bambino; il progetto risulta quindi scadente nel suo complesso;
  • Imitazioni/varianti: hanno decine di varianti/imitazioni sullo stesso tema. Una volta che un gioco ha successo, molteplici aziende tentano di copiarlo, cercando di accaparrarsi una fetta di mercato. Producono cloni su cloni dei ben noti giochi che affollano inutilmente gli scaffali generando una non-scelta all’acquirente.
    Un esempio per tutti è il classico Lego: tutti sanno che non c’è ad oggi un sistema migliore, eppure, nel settore delle costruzioni in plastica, esistono decine di varianti, di dubbio successo/qualità, che tentano di erodergli quote di mercato: gli acquirenti vengono solitamente persuasi con scatole giganti piene di pezzi a prezzi modici: non cascateci!
  • Rifiniture: tranne che per i soliti marchi noti, l’attenzione al dettaglio non è certo il punto forte dei comuni giocattoli.
  • Istruzioni/regolamenti: assenti, scadenti, fragili o con errori di traduzione, di stampa od ortografici;
  • Longevità: moltissimi giochi appartengono al cosiddetto genere “play once and forget”. I bambini ci giocano un giorno o poco più, per non giocarci mai più o quasi.

… in una parola: QUALITA’

Ok, ho sparato a zero su tutta la linea direte voi… beh, ora parliamo di cosa c’è di buono e come non omogeneizzarsi!

Non fraintendetemi, non voglio demonizzare la categoria asserendo che vendono spazzatura: questa gente vende giocattoli per far soldi, è un business, non una ONLUS, e da un lato sono giustificati: loro semplicemente vogliono accontentare un pò tutti, e tutte le tasche (a scapito della qualità), ottimizzare i loro costi, cavalcare l’onda delle novità ed essere competitivi… ma soprattutto, accontentare l’acquirente medio, ovvero chiunque compri senza pensarci troppo su (aspetto su cui mi voglio soffermare).

In linea teorica, esclusi i pochi soliti noti (Lego, Playmobil, Disney, Ravensburger, Trudi, Hasbro, ecc.) il cui acquisto risulta quasi sempre un buon investimento e un successo assicurato, la maggior parte di ciò che è disponibile in questi negozi è da evitare, o meglio da acquistare “con riserva” e con molta attenzione.

Non tutto il male viene per nuocere

Devo però spezzare una lancia a favore dei grandi negozi finora demonizzati, ad esempio, in alcune situazioni quando il gioco “serve” subito, come per un regalo oppure non si ha sufficiente tempo per cercarlo: negozi di questo genere sono solitamente vincenti, risolvono il “problema” e, spesso, anche spendendo poco.

Alcuni di questi negozi cominciano timidamente a trattare giochi di qualità più elevata. Non so il perché di questa bella novità, ma ne prendo atto e grazie a questa loro mossa gli dò ancora qualche chance e un giro di ricognizione ogni tanto ce lo faccio. Ad esempio Toys R Us ultimamente sta trattando la Schleich, un’azienda tedesca specializzata nelle miniature di plastica di alta qualità (animali/uomini/ecc); non che abbiano tolto gli altri animali di qualità scadente, ma, ovviamente tale marca non è per tutte le tasche, visto che un singolo animaletto può costare anche dai 2,5€ a 5€!

Una via d’uscita

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Ok, lo so che me lo state per chiedere, e quindi cercherò di leggervi il pensiero: “Se non devo andare da negozi come Toys R Us, dove vado a comprare i giochi?”

Internet può aiutarvi, e con me lo ha fatto, insieme ad una minoranza di piccoli negozi con una eccellente selezione. Vi fornirò più avanti alcuni esempi pratici, e al termine della lettura, se lo vorrete, potrete consultare questa pagina che tengo aggiornata con tutto ciò che personalmente trovo, inerente gli acquisti per bambini, proprio per avere sempre una fonte da cui attingere nei momenti di necessità.

Come tante categorie mercelogiche, anche per i giochi, esiste la distribuzione di massa e le nicchie. Della distribuzione di massa abbiamo parlato sin’ora e ne abbiamo visto i difetti. Le nicchie nel mercato dei giocattoli sono costituite per lo più da ditte che in Italia sono poco conosciute e propongono dei prodotti originali, unici oppure ben noti, ma di elevata qualità.

Alcune volte i grandi negozianti vendono i prodotti di tali ditte, ma sui loro scaffali ne inseriscono solo pochi pezzi, di solito quelli facilmente identificabili dagli acquirenti. Quello che si perde il consumatore è l’intero catalogo della ditta che, invece, può contenere sorprese inaspettate. Un esempio per capire il concetto è quello della Scalectrix, una ditta inglese che produce piste per macchinine telecomandate: se siete fortunati, di solito, al negozio c’è il set base con due macchinine e i telecomandi. Niente di più semplice e conosciuto, giusto? Se guardate però il catalogo completo, scoprirete che è possibile espandere quella semplice pista ad otto in tantissimi modi, e rendere un gioco abbastanza noioso (almeno nella sua versione base), in uno molto divertente e rigiocabile oltre al fatto di farlo ri-scoprire al bambino ogni volta che si aggiunge un nuovo componente.

Ma veniamo ad alcuni esempi per capire subito la differenza tra un gioco scarso e un gioco di qualità:

Non ditemi che non vi è scappato uno “wow” quando avete visto qualcuno dei giochi che vi ho elencato nelle alternative…

Non proseguo oltre perché immagino che abbiate capito cosa intendo come giochi di qualità.

E’ lapalissiano che i giocattoli di qualità costino di più… ma io penso che se lo meritino quelle aziende, come se lo meritano i bambini.

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Sta a voi ora scoprire cosa c’è oltre lo scaffale omologato del vostro negozio sotto casa!

 

Buona ricerca!

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